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Il ruolo dell’Avvocato e quello del gestore della crisi nelle Procedure di Sovraindebitamento

Nelle procedure per sovraindebitamento assumono un ruolo cruciale due figure professionali; l’Avvocato, che elabora il ricorso più idoneo per la situazione del soggetto sovraindebitato e il “gestore della crisi” che certifica la veridicità e la completezza del ricorso stesso mediante una “relazione particolareggiata” che è indispensabile per poterlo depositare in Tribunale.

Da un lato abbiamo, dunque, un consulente che presta la sua opera per il debitore. Dall’altro un soggetto terzo che funge, a tutti gli effetti, come coadiuvante del Giudice.

I gestori della crisi sono incardinati nei cosiddetti OCC (Organo per la Composizione della Crisi) che sono strutture di natura pubblica generalmente espressione di organi professionali o camere di commercio oppure di “segretariati sociali” eventualmente presenti nei singoli comuni.

Purtroppo, spesso, si tendono a sovrapporre le due figure dando vita all’equivoco che la funzione di OCC e gestore della crisi sia quella di elaborare il ricorso alla stregua di un prestatore d’opera intellettuale a favore del debitore. Così non è.

Tempi certi e approdo in Tribunale: il contributo determinante dell’Avvocato

Il Gestore della crisi non può mai essere un consulente del debitore essendo vincolato a una funzione di terzietà. Altrimenti finirebbe per essere il controllore di se stesso.

L’equivoco sorge perché la legge parla di un debitore che sottopone direttamente all’OCC (e, quindi, anche al gestore) il ricorso con tutti i documenti, le tabelle ed i calcoli previsti per legge che, poi, per l’appunto, saranno sottoposti al vaglio dell’organismo terzo.

In altri termini la normativa prevede che il sovraindebitato possa fare tutto da solo. Il che è possibile solo astrattamente. Ma, in concreto, si tratta di un percorso impraticabile.

Analizzare a fondo una situazione di sovraindebitamento, scegliere la strategia migliore per sottoporla a un giudice, ricostruire le vicissitudini legate ai singoli finanziamenti, elaborare un piano di ristrutturazione piuttosto che di liquidazione, sono tutte attività che implicano competenze specifiche di natura giuridica.

Si tratta di una materia che bisogna saper maneggiare. E il “fai da te” non porta da nessuna parte. 

Così come non porta da nessuna parte il pensare che sarà il gestore a “mettere tutto insieme” supplendo alle carenze tecniche del diretto interessato.

Non è questo il suo compito. E una procedura di sovraindebitamento impostata in questo modo è destinata, nella totalità dei casi, ad arenarsi senza mai giungere in Tribunale mentre, nel frattempo, la situazione debitoria non farà altro che peggiorare e incancrenirsi.  

Il ruolo dell’Avvocato nella Procedura di Sovraindebitamento

Ma qual è il ruolo dell’Avvocato nel sovraindebitamento? Un avvocato esperto e competente è, invece, garanzia di tempi certi e rapidi per l’approdo in Tribunale.

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Oltre a ciò potrà essere una guida per tutti gli aspetti connessi alla procedura assistendo il cliente prima, durante e dopo l’avvio della stessa ed essendogli da supporto in tutte le implicazioni in corso (pignoramenti, azioni esecutive, procedure si sfratto ecc).

Ricorda: solo un avvocato con profonda conoscenza della l.3/2012 può definire con precisione chi può beneficiare delle sue disposizioni, assicurando che il piano proposto sia non solo conforme ai requisiti giuridici ma anche calibrato sulle specifiche necessità finanziarie del cliente.

Fare a meno dell’avvocato è garanzia di insuccesso. Scegliere un buon avvocato è quello che fa la differenza.